Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro

sabato 28 maggio 2011

Olivetti ICO la prima macchina da scrivere portatile, chi ne ha già visto una rossa?






Il mese scorso si era diffusa la notizia che in India ha chiuso l'ultima fabbrica di macchine da scrivere manuali. In realtà si trattava di una bufala in quanto vengono ancora prodotte macchine da scrivere manuali ed elettriche in Cina, in Giappone ed in Indonesia.





Apprendere che si continueranno a produrre macchine da scrivere mi ha fatto molto piacere, ormai siamo nell'era del computer però esistono ancora molte persone che la utilizzano abitualmente, per affezione oppure per obbligo. Oriana Fallaci la usava per una testarda affezione, per obbligo la usano i detenuti quando non è loro consentito l'utilizzo del computer.






Quella che presento in queste foto è una vecchia Olivetti ICO (Industrie Camillo Olivetti)

Con questo modello la Olivetti iniziava, nel 1936, la produzione di una macchina portatile, destinata non solo all’ufficio, ma anche al privato.




La carrozzeria è metallica di colore rosso. Esisteva in vari colori (nero lucido, nero martellato, rosso, blu, marrone, verde, grigio, avorio)










Ogni macchina ha un numero di matricola e quella delle foto è la numero 31289.







Non sono un'esperta però l'ho provata e funziona bene. Manca la targhetta ICO. Il nastro è nero. All'interno del coperchio ha due spazzolini ed un pennello





Questa è la prova di scrittura









Se qualcuno fosse interessato può trovarla QUI
un saluto da Marta

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lunedì 23 maggio 2011

sci da fondo norvegesi...... il fascino del vintage












Guardando questi sci si ha la sensazione di tornare indietro ad un periodo che sembra lontanissimo, quando i materiali sembravano avere un'anima e le attrezzature sportive erano fatte per durare nel tempo e non soltanto per sfruttare al massimo la tecnologia.

Sono sci da fondo norvegesi, non so di che periodo siano, probabilmente qualcuno di voi saprà darmi qualche indicazione che mi aiuti a collocarli in un periodo che presumo essere tra gli anni '50 e gli anni '60.

Sugli sci ci sono diverse scritte che riporto qui di seguito:
asnes tur-modell è scritto nella parte alta
hickory sole-ligno kant è scritto in basso

Sugli attacchi c'è la scritta Kandahar e sui puntali Gresvig
Cercando su Google ho letto che Aksel Gresvig era un ciclista, e fondò la ditta Gresvig in Norvegia nel 1901.
La fabbrica si occupava di ciclismo e di sci, creavano attrezzatura sportiva studiata in funzione dell'uomo
In questa fabbrica venivano costruiti gli attacchi Kandahar che sono stati gli attacchi più popolari per gli sci negli anni 50 e negli anni 60



Se qualcuno fosse interessato ad un paio di sci simili a questi può trovarli QUI














Riporto di seguito alcune notizie che ho trovato sul sito http://www.ski-nordik.it/ , può essere interessante conoscere un pò le origini dello sci nordico.


Lo sci di fondo è nato tra le colline della Norvegia e della Svezia o nelle immense steppe siberiane?


Ci sono diverse testimonianze sull'uso che si faceva un tempo di questo attrezzo, però non sono sufficienti a stabilire con precisione dove sia veramente nato, come non sono sufficienti a definire la sua costruzione.
Sui monti Altai, in Siberia, sono stati trovati degli sci risalenti al 2500 a.C. fatti di giunchi legati insieme e delle scarpe da neve estremamente simili a quelle moderne. Sci in legno, più simili a quelli usati oggi dai fondisti, sono stati rinvenuti molti anni fa scavando in una torbiera svedese. Questi sci ed i primitivi graffiti rupestri di Rodoy (Norvegia), che raffigurano uno sciatore stilizzato, risalgono a quattromila anni fa.
I primi sciatori non usavano il passo alternato e non scivolavano sulla neve come quelli di oggi, ma dovevano compiere un movimento simile a quello di chi va in monopattino. Gli sci norvegesi e finlandesi erano diversi tra loro: il primo era lungo e sottile, per favorire la scivolata, il secondo era corto e largo e aveva del pelo di renna applicato alla soletta per facilitare la presa sulla neve.

Naturalmente lo scopo della diffusione di questi strani arnesi era soprattutto quello di spostarsi senza sprofondare su terreni innevati e servivano prevalentemente per cacciare, occupazione di vitale importanza a quei tempi.

Nell'undicesimo e nel dodicesimo secolo i vichinghi usavano gli sci in battaglia. La gara norvegese chiamata Birkebeiner commemora la battaglia durante la quale il piccolo principe Haakon fu portato in salvo, da Lillehammer a Rena (Norvegia), da due esploratori vichinghi. Si sa anche da documenti che già dal 1200 d.C. i lapponi, definiti "maestri nella tecnica di sciare e nell'arte di costruire gli sci" esportavano in Norvegia, oltre che gli sci, anche il modo di adoperarli.
In quegli anni, esattamente nel 1520, si inserisce la storia di Gustavo Vasa il quale, sdegnato per l'inerzia dei suoi concittadini svedesi che non volevano ribellarsi al giogo danese, percorse 90 km, da Salen a Mora prima di essere richiamato per dare inizio alla guerra contro i danesi stessi.
Dal 1922 in poi, questo avvenimento, viene ricordato con lo svolgimento della leggendaria Granfondo alla quale tutti gli appassionati vorrebbero partecipare almeno una volta, la Vasaloppet.
Secondo lo studioso di storia dello sci, Harold Grinden, i vichinghi introdussero lo sci nel Nord America più di novecento anni fa.

Negli Stati Uniti gli sci furono usati dopo il 1840, quando immigrati scandinavi costruirono nel Midwest sci da fondo in legno.
Nello stesso periodo lo sci fu introdotto in California da marinai norvegesi che avevano abbandonato le loro navi a S. Francisco per cercare l'oro nella Sierra.

Per quanto riguarda l'Italia risulta che il primo sciatore sia stato il parroco di Ravenna, Francesco Negri, il quale fece questa esperienza durante un viaggio in Lapponia attorno al 1660.
Dopo il reverendo Negri, in Italia, non si ha più notizia di sciatori fino ad arrivare al 1886, anno in cui Edoardo Martinori Romano, dopo essere stato in Lapponia, ritorna a casa con un paio di sci.
Circa dieci anni dopo, ad opera di Paolo Kind, ha inizio l'attività sciatoria, naturalmente di sole discipline nordiche. Le prime gare, riservate a sciatori militari, si svolsero nel 1898.
Nascono i primi sci club a Torino nel 1901, a Milano nel 1902 e a Genova nel 1903 mentre dieci anni dopo viene fondata la Federazione Italiana dello Sci, ma il vero fondatore della Federazione Italiana Sport Invernali (l'odierna FISI) fu, a Milano nel 1920, il Conte Aldo Bonacossa.
Un enorme sviluppo, per la disciplina del fondo, lo si ebbe durante la prima guerra mondiale con la formazione di interi reparti di sciatori per l'addestramento dei quali furono ingaggiati istruttori stranieri.
La scoperta della sciolina (le pelli erano utilizzate fin dalle origini degli sci) risale al 1903 ad opera di Victor Sohn e Bilgeri. Quest'ultima, composta da una miscela il cui ingrediente principale era la cera d'api, oltre a fare scorrere gli sci in avanti , permetteva anche di non scivolare indietro.


un saluto da Marta

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sabato 21 maggio 2011

Claudio Villa alla Perla di Cairo Montenotte (SV) nel 1962


Locandina di uno spettacolo di CLAUDIO VILLA

anno 1962

Cairo Montenotte (Savona) sabato 17 febbraio 1962

alla PERLA

L'impareggiabile interprete della canzone italiana accompagnato al piano

dal m.°
ELVIO MONTI

al superveglionissimo di Carnevale

Con la partecipazione dell' Orchestra EROS di Ovada e il cantante GIANNI BARISONE



Serzizio corriera a fine Ballo





Vedendo la data che corrisponde all'incirca a quella del Festival di Sanremo ho cercato notizie su Wikipedia ed ho avuto la conferma che si trattava proprio del periodo del Festival:

Il dodicesimo festival della canzone italiana si tenne a Sanremo dal 8 febbraio al 10 febbraio e il 18 febbraio 1962.

L'organizzazione del festival fu affidata a Gianni Ravera e la vittoria spettò a Domenico Modugno in coppia con Claudio Villa, ma la rivelazione internazionale fu Tony Renis e la sua Quando Quando Quando

Quindi Claudio Villa aveva approfittato dei pochi giorni liberi durante il festival per qualche serata in Liguria, aspettando la serata finale e........la vittoria!

Ho trovato su Wikipedia anche questa immagine del periodo e, dal momento che il copyright è scaduto essendo passati più di vent'anni, ho pensato di pubblicarla per evidenziare come era attuale la foto del volantino

Sanremo 1962 -


Claudio Villa, assediato dai fans, firma gli autografi
foto da Wikipedia










Nella locandina è scritto " Servizio corriera a fine Ballo" .....erano davvero ben organizzati nel 1962!!!! oggi però un servizio di autobus sarebbe difficile da concepire con gli orari delle discoteche che aprono all'ora in cui negli anni '60 le sale da ballo chiudevano!!!!!




La locandina è su PrezziShock.it, la trovi cliccando QUI




Il ricavato dalla vendita verrà inviato a Medici senza Frontiere oppure all'Unicef, a scelta della persona che si aggiudicherà la locandina.

un saluto da
Marta

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giovedì 19 maggio 2011

Tiko e Tika, con me da quasi 40 anni



Tiko a Tika mi seguono da quasi 40 anni.


Hanno superato 5 traslochi, hanno assistito allo scorrere della nostra vita e...... sono ancora lì, sorridenti, che mi guardano attraverso i vetri della credenza:)

Li considero un pò i miei portafortuna.
Non sono meravigliosi?


un saluto da Marta

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martedì 17 maggio 2011

un vecchissimo paio di sci rustici...con una storia da raccontare







I vecchi sci di legno all'apparenza possono sembrare simili gli uni agli altri invece ognuno è praticamente un "pezzo unico" e questo vecchio paio di sci rustici è il più "unico" che io abbia mai visto.

Non sono un'esperta ma direi che non sono sci sportivi, si tratta probabilmente di sci da lavoro, di quelli che venivano usati dalla gente di montagna per spostarsi durante la stagione invernale.

Ho avuto la fortuna di trovare un paio di racchette adatte e voilà...... ecco un paio di sci che ha da raccontare tante storie di montagna, storie di fatica e di freddo, forse storie belle e romantiche..... oppure tragiche storie di guerra....dipende solo da quello che ci suggerisce la nostra fantasia!

Se a qualcuno piacciono particolarmente può trovarli
QUI


un saluto da Marta

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domenica 15 maggio 2011

ottobre 1958: il nuovo televisore Autovox mod. TM 810

Ricordate Selezione dal Reader's Digest? Era una rivista mensile molto popolare e pubblicava "IL MEGLIO DALLE RIVISTE E DAI LIBRI MIGLIORI" come era scritto in copertina.

Io ne possiedo alcune ed ogni tanto mi diverto a sfogliarle. Gli articoli sono molto vari ed interessanti, ma quello che mi piace di più in questo tipo di riviste sono le pubblicità.
Le pagine dedicate alla pubblicità sono molte, sto guardando la rivista di ottobre 1958 e questi sono solo alcuni degli articoli pubblicizzati:


Orologi MARVIN
penna BIC
saponette MONSAVON
profumo Roger & Gallet
pellicole KODAK
corredi BASSETTI

coperte SOMMA
alimenti al PLASMON
automobili Dauphine RENAULT

deidoranti Deodorin RUMIANCA
dentifricio COLGATE
macchine da cucire BORLETTI
macchina da scrivere OLIVETTI STUDIO 44 e...........tantissimi altri, ma quando ho aperto la rivista la prima pubblicità che ho osservato è stata quella di un televisore ed ho deciso di dedicargli questo post perchè nel 1958 era sicuramente il sogno di molte famiglie che, come la mia, ancora non lo possedevano.

Il nuovo televisore Autovox mod TM 810
21 pollici
cinescopio da 110°
Il televisore convertibile da "soprammobile" in "consolle"
la voce proveniva dallo schermo grazie a due altoparlanti elittici disposti frontalmente
Si focalizzava in modo automatico, per avere immagini sempre nitide e luminose
Si accendeva in 11 secondi, grazie alle speciali valvole con accensione a tempo controllato
Aveva una perfetta visibilità anche con luce diurna grazie al vetro fumé sferico
Era predisposto per UHF (secondo programma)
Era eccezionalmente "sottile" con la sua "profondità ridottissima" di 35 centimetri

Non so immaginare quale potesse essere il costo di questo televisore, ma sicuramente per acquistarlo sarebbe stata necessaria una pila di cambiali.

Sfogliando la rivista immagino cosa rappresentava un televisore nel 1958, le famiglie che si riunivano in casa dei pochi che lo possedevano oppure nei bar quando venivano trasmessi i programmi più popolari come lo storico "Lascia o raddoppia? " oppure il Festival della canzone di Sanremo.

Sono trascorsi cinquant'anni, niente è rimasto uguale ma il televisore, diventato ultrapiatto ed ultratecnologico è sempre al centro dell'attenzione, ora come allora




Se siete interessati la rivista la trovate QUI

un saluto da Marta



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domenica 8 maggio 2011

quelli che.........arrivano in cima al Monte Beigua in bicicletta


Si potrebbe creare un gruppo su Facebook chiamandolo magari "Quelli che sono saliti almeno una volta sul Monte Beigua in bicicletta", che ne dite?

Ieri è stata la mia terza volta, sinceramente credevo di non farcela, invece anche stavolta sono riuscita ad arrivare alla cima.

Quando mi capita, percorrendo l'Aurelia dalle parti di Varazze, di guardare verso i monti e di vedere lontanissime le antenne che rendono inconfondibile il Monte Beigua mi chiedo sempre "ma veramente sono riuscita ad arrivare là in cima con la bicicletta?".

Il nostro percorso è stato: Albisola, Stella San Martino, Alpicella e da lì inizia la strada tutta in salita che, passando attraverso il
Parco Naturale Regionale del Beigua, porta alla cima del Monte Beigua che ha un'altezza di 1287 metri.
Ho trovato su internet un bellissimo sito del Parco
http://www.parcobeigua.it/ ed un altro sito con le web-cam http://www.altaviadeimontiliguri.it/portale/it/meteocam_data.wp?postazione=beigua

Normalmente scelgo percorsi molto più facili ma la giornata era splendita ed è valsa la pena di fare questa "giratina" davvero eccezionale.
sosta alla panetteria di Stella San Martino per la mitica focaccia (non ce n'era pronta ed abbiamo optato per la pizza)



sempre più in alto!!!!


stiamo raggiungendo la cima!!!! si vede il mare e l'isolotto di Bergeggi



Finalmente in vetta!!!!



e dopo un ottimo pranzetto all'albergo rifugio ristorante Monte Beigua.......

si riparte (in discesa!!!!) per Albisola


un saluto da Marta






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giovedì 5 maggio 2011

un sacco di juta dalla Germania nazista del terzo Reich


Subito mi era sembrato un semplice sacco di juta ma poi ho visto l'aquila nera che sormonta la svastica nazista ed ho capito che quel sacco aveva una storia da raccontare.

Su Google ho digitato "H. Vptl." ed ho trovato la sua provenienza: si tratta di un sacco militare dell'esercito tedesco nel quale veniva trasportato il grano.

Il significato delle iniziali H. Vptl. è Heeres Verpflegung "Army Food Supply" (approvvigionamento di generi alimentari dell'esercito )


E' del 1942

Sei un collezionista? puoi trovarlo QUI

un saluto da Marta


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